Commenti Quotidiani.

13 febbraio 2012

Atene brucia: tagli alla sanità ma non alle spese militari


La cosa più assurda di quello che è successo ieri ad Atene è che tra le condizioni di restrizione imposte ai Greci in cambio del nuovo prestito da 130+15 miliardi di €uro da parte della troika Ue Bce Fmi figurano tagli alla sanità ma non alle spese militari, il cui budget del 3% del pil risulta in rapporto di poco inferiore agli investimenti bellici che sostengono solo le superpotenze come gli Stati Uniti.
Non discuto sulla riorganizzazione della macchina burocratica dello Stato o delle privatizzazioni laddove la presenza dello Stato ha significato solo corruzione e improduttività, non ho mai negato che una certa corretezza nei confronti del contribuente tedesco più onesto deve a ragione pesare su chi i conti li ha truccati come  hanno fatto i Greci, ma rimane che l’imposizione di nuovi sacrifici senza progetti di crescita rischia solo di prolungare l’agonia della gente prima del fallimento , di amplificare la crisi piuttosto che spegnerla mostrando che l’ Europa è dotata di strumenti (fondi, Eurobond, prestatore di ultima istanza) che garantirebbero comunque copertura in caso di default, in modo tale da bloccare qualsiasi tentativo di speculazione.
E in tutto ciò tra fuoco e fiamme , le spese militari inutili a fronte del quadro geopolitico greco del momento, non sono state toccate perchè la maggior parte delle commesse greche provengono dall’ industria bellica tedesca e francese che Merkel e Sarkozy si sognano bene dal danneggiare , preferendo affondare il popolo greco piuttosto che proporre manovre rigide ma a fin di bene per il popolo greco.
Se prevarranno ancora gli interessi nazionali rispetto al progetto comune europeo politico , militare ed economico l’Eurozona rischia di esplodere, trascinado con sè banche e nazioni tutte , Germania e Francia incluse e tutte la richieste di severità teutonica nei vari paesi Europei serviranno a ben poco.

30 dicembre 2011

L’immaginaria ricostruzione del Wall Street Journal fatta solo per attaccare l’ Eurozona e l’ Italia

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In risposta all’ articolo di “presunto scoop” del WallStreetJournal (Link) “L’ approfondirsi della crisi dell’ Euro mette contro i leader fra loro”
Una fantasiosa e infondata ricostruzione del WSJ rivelerebbe come la Germania, criticata per non affrontare con forza la crisi del debito europeo nella sua fase iniziale, abbia risposto ai pericoli in Italia questo autunno imponendo il suo potere su una zona euro divisa imponendo il cambio di vertice da Berlusconi a Monti.
ECCO PERCHE’ QUESTA RICOSTRUZIONE SENZA PROVE E’ SOLO UN ENNESIMO ATTACCO ALL’ EUROPA:

Sembra una FICTION del  WSJ. Giorgio Napolitano ha troppo rispetto degli italiani ed è un profondo conoscitore di ciò che la Costituzione gli consente come Presidente della Repubblica perchè il WSJ possa affermare che  è soltanto un povero ottantenne al servizio delle volontà della Merkel. La  Merkel non è così superficiale da commettere un abuso di potere su uno stato alleato, chiedendo a Napolitano cose irricevibili, conoscendo la statura di rispetto istituzionale che il Presidente ha sempre mantenuto in Italia e all’ estero.
E poi, Berlusconi è troppo affamato di potere per pensare che lo abbia lasciato solo perché la Germania potrebbe averlo chiesto con una telefonata privata tra Merkel e Napolitano che il WSJ dice di conoscere.
Si tratta di una ricostruzione SENZA PROVE FATTA SOLO PER ATTACCARE LA UE. UN ALTRO COLPO MEDIATICO CHE GLI USA E L’INGHILTERRA CONDUCONO PER FARE DI TUTTO PER AFFOSSARE UN’ UNIONE EUROPEA FORTE NEL MONDO. ITALIANI NON CREDETE ALLA BALLA CHE “GLI ALTRI CI COMANDANO !!! “
Sappiamo tutti che Berlusconi non era in grado di aiutare l’economia italiana come Monti.
Il WSJ come la Lega finge di non sapere come funzionano i governi democratici in Italia: Napolitano può solo provare a creare un nuovo governo se non c’è più la precedente maggioranza eletta in parlamento prima di decidere di indire nuove elezioni nell’ arco dei 5 anni naturali di ogni legislatura.Solo se i partiti in parlamento riescono a formare una nuova maggioranza possono sostenere un nuovo governo. Oggi  Monti è sostenuto dal PDL dello stesso Berlusconi (perchè questo non viene detto dal WSJ ?) dal  PD  e dal  Terzo Polo.Solo così  è possibile cambiare un Presidente del Consiglio italiano nell arco di una stessa legislatura . E ‘stato il passo giusto per l’Italia e l’Europa, quella vera cioè quella formata solo dai Paesi che hanno accettato l’Euro come valuta.

COMMENTO INVIATO AL WALLSTREETJOURNAL IL  30/12 /2011

COMMENTO INVIATO A IL FATTO QUOTIDIANO IL 30/12/2011

21 dicembre 2011

LA NOTIZIA ultim’ora: Draghi senza la Merkel non può fare nessun bazooka. Perchè i mercati non hanno accolto bene l’asta di prestito interbancario all’1%

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Grande richiesta all ‘asta della BCE di prestito interbancario all’ 1% per le banche della zona Euro che aumentano così la loro liquidità. Ma non per comprare titoli di Stato dei Paesi deboli, come sperava Draghi. Bensì  per ricapitalizzarsi come richiede l’EBA per avere  istituti più solidi. Risultato: le banche non comprano Bond, gli spread rimangono alti e il rischio di non erogare credito a famiglie e imprese rimane.
Alla fine gli investitori non si fideranno della BCE finchè questa non diventerà ufficialmente prestatore di ultima istanza  “mettendoci la faccia” in prima persona: poi potrà sperare che questo giro di prestiti a basso tasso d’interesse venga accolto con favore dai mercati.
L’asta di oggi ,Il “bazooka” di Draghi insomma è un ‘idea geniale, quello che lo fa diventare una pistola giocattolo è il non voler decidere tutti, Germania in primis che la BCE diventi la banca garante di ultima istanza dell’ Eurozona Questa riforma è da farsi necessariamente insieme alle altre per non rendere vani gli sforzi, le manovre “lacrime e sangue” dei singoli Stati, la ricapitalizzazione delle banche,  i vincoli di bilancio richiesti da Berlino come cessione di sovranità che dovrà legare tutti i Paesi dell’ Eurozona, la vera Europa. Solo così alla fine si potrà aggredire il sistema finanziario sregolato, tassandone le transazioni Tobin tax e superare gli squilibri di un capitalismo all’ inglese.
Draghi sta insomma  dicendo alla Merkel che i mercati oggi dimostrano che se non si accetta anche una riforma della BCE, nessuna altra sforzo funzionerà e il movimento per uscire dalla crisi va fatto con mosse coordinate e contestuali, dai vincoli di bilancio, alle liberalizzaioni fino al potere di stampare moneta. Senza anche una sola di queste mosse, le altre rimangono vane.

COMMENTO INVIATO AL WALLSTREETJOURNAL IL 23/12/2011 (COMMENT SENT TO WSJ ON 23DEC2011)

COMMENTO INVIATO AL SOLE24ORE IL 21/12/2011

COMMENTO INVIATO ALLA VOCE.INFO IL 21/12/2011

21 novembre 2011

La crisi dell’ Euro : cessione di sovranità o default ?

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L’  Euro è nato senza la necessaria Unione economica, legislativa ed esecutiva dei Paesi che lo sostengono. Il Parlamento e le istituzioni europee sono vuote. Gli attacchi speculativi si dirigono contro una moneta che non è rapppresentativa di una situazione uniforme. Non è espressione di una confederazione, come gli USA o la Svizzera. Non c’è certezza sul fatto che i Paesi più deboli, con alto debito e scarsa crescita, abbiano gli strumenti  finanziari comunitari atti a  supportarli adeguatamente. Negli anni passati, tutti hanno potuto sforare i patti di stabilità, c’è stato lassismo e  impossibilità di sanzionare gli Stati che più hanno sprecato risorse. La Bce non può fare da prestatore di ultima istanza , cioè non può eventualmente stampare moneta, oppure svalutarla, per alleggerire le posizioni delle nazioni indebitate, come può invece fare la FED .  Inoltre non c’è possibilità di controllare e agire direttamente sul budeget dei PIIGS, sotto attacco. L’ Italia ha fatto da cavia e si sono sollevate polemiche per la lettera della BCE al nostro ex governo, gridando all’ intromissione dell’Europa negli affari nazionali. Poi il governo si è dovuto appunto dimettere, senza più una maggioranza: tutti hanno capito che se fallisse  l’Italia,  ci sarebbero problemi anche per gli altri, Germania inclusa, con l’implosione dell’ Euro. Se non c’è un regolamento comune come fa ad esistere una moneta unica?  Bisogna passare ai fatti e ognuno dovrà sacrificare qualcosa per salvare l’ Unione. L’ adozione di Eurobond in parziale o totale sostituzione dei titoli di Stato delle singole Nazioni, ad un tasso di interesse svantaggioso per la Germania e vantggioso per tutti gli altri, sarebbe il prezzo che i tedeschi dovrebbero pagare per evitare di fallire anche loro (con un ritorno ad un marco alle stelle ci sarebbe una caduta verticale delle esportazioni tedesche nell’Eurozona, linfa della crescita di questi anni ). La Merkel potrà convincere i suoi elettori  a bere questo amaro calice  forse solo ad una condizione: se contemporaneamente imporrà che LEuropa adotti una legislazione comune in tema di armonia fiscale e soprattutto di rigore dei bilanci, conferendole un potere effettivo sovranazionale di controllo con relative sanzioni sul budget degli Stati attraverso una serie di vincoli a cui i Paesi inadempienti non potrebbero sottrarsi. E’ chiaro che Italia, Grecia, Spagna e Portogallo Irlanda ecc. non sono già adesso in una posizione forte: possono solo scegliere  tra un default o una cessione di sovranità sempre maggiore; quest ‘ultima varrebbe comunque per tutti, per paradosso anche per i tedeschi, quindi sarebbe qualcosa di democraticamente e collegialmente regolamentato. Non va vista con un intento punitivo a priori ma come uno sforzo comunitario nell’ interesse di tutti. Meglio insomma di una sospensione dall’ Euro che qualcuno paventa : essa  danneggerebbe irreparabilmente chiunque la subisse. Gli italiani ne uscirebbero molto impoveriti, anche nella loro ricchezza  privata, uno dei nostri punti di forza universalmente riconosciuto.  Si spera che Monti, in misione a Bruxelles questa settimana, possa dare un contributo attivo per intraprendere  la via meno dolorosa per tutti. La cosa triste è che i partiti politici non supportano a viso aperto il “lavoro sporco” che il governo dovrà fare nelle prossime  manovre di politica interna  proprio a causa della loro incapacità passata e delle ritrosie avute nel tagliare chirurgicamente i troppi privilegi presenti a tutti i livelli nell’ Amministrazione Pubblica e nella lotta ad evasione e sommerso. Un esercizio non solo formale e di esempio ma realmente utile per non vanificare qualunque nuova richiesta di tasse.

Commento inviato al Wall Street Journal il 24/11/2011 -Comment sent to WSJ

24 ottobre 2011

Facciamo ridere. Commissariati dall Unione Europea per manifesta non credibilità del governo.

Anche la credibilità internazionale dell’ Italia è sottozero e il Paese non si merita di essere equiparato alla Grecia.

” L’uomo che fregato un intero Paese “, titolava The Economist, prima di fregare gli altri partner europei incontra la derisione di Germania (Merkel) e Francia (Sarkozy) che non si fanno fregare così facilmente: cosa ha fatto finora il governo Berlusconi oltre che parlare di legge sulle intercettazioni e inveire contro la magistratura per sottrarsi ai processi.

C’è sempre una prima volta per chi non è mai stato bocciato nella vita: e ieri è sembrato essere arrivato il giorno. L’ Italia ne esce umiliata ma non può nascondersi di non aver fatto nulla per i suoi problemi strutturali in questi tre anni, nemmeno dei tentativi. E adesso si devono fare dei piani in tre giorni, e credibili tra l’altro. Il governo è ridotto a fare nottata (stanotte) per presentare qualcosa . Oggi Alesina e Giavazzi sul Corriere presentano 10 suggerimenti di riforme a costo zero . Sarebbe una buona idea da cui partire piuttosto che fare gli offesi e prendersela con l’Europa, ” non accettare lezioni da nessuno” continuando a inventare proclami,  presentando le ennesime “100 sciocchezze” per la crescita a cui non crede più nessuno. Adesso nel governo si diranno antieuropei . Preferiscono forse tornare alla lira? Gli Italiani possono credere ancora alle fandonie, l’Europa non  è più disposta e non può far altro che commisariarci se vuole salvare sè stessa. L’alternativa è tornare agli Stati nazionali uno contro l’altro.

Intanto Le tasse sono aumentate, l’evasione anche , con una media del 13% in più rispetto all’anno scorso, con punte soprattutto al nord Italia (dati KRLS BUISNESS ETHIC)

Ha ragione Crozza: siamo in Italialand, un Paese di cui gli altri ridono, noi un po’ meno.

LE 10 PROPOSTE PER LA CRESCITA DEL CORRIERE DELLA SERA

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