La cosa più assurda di quello che è successo ieri ad Atene è che tra le condizioni di restrizione imposte ai Greci in cambio del nuovo prestito da 130+15 miliardi di €uro da parte della troika Ue Bce Fmi figurano tagli alla sanità ma non alle spese militari, il cui budget del 3% del pil risulta in rapporto di poco inferiore agli investimenti bellici che sostengono solo le superpotenze come gli Stati Uniti.
Non discuto sulla riorganizzazione della macchina burocratica dello Stato o delle privatizzazioni laddove la presenza dello Stato ha significato solo corruzione e improduttività, non ho mai negato che una certa corretezza nei confronti del contribuente tedesco più onesto deve a ragione pesare su chi i conti li ha truccati come hanno fatto i Greci, ma rimane che l’imposizione di nuovi sacrifici senza progetti di crescita rischia solo di prolungare l’agonia della gente prima del fallimento , di amplificare la crisi piuttosto che spegnerla mostrando che l’ Europa è dotata di strumenti (fondi, Eurobond, prestatore di ultima istanza) che garantirebbero comunque copertura in caso di default, in modo tale da bloccare qualsiasi tentativo di speculazione.
E in tutto ciò tra fuoco e fiamme , le spese militari inutili a fronte del quadro geopolitico greco del momento, non sono state toccate perchè la maggior parte delle commesse greche provengono dall’ industria bellica tedesca e francese che Merkel e Sarkozy si sognano bene dal danneggiare , preferendo affondare il popolo greco piuttosto che proporre manovre rigide ma a fin di bene per il popolo greco.
Se prevarranno ancora gli interessi nazionali rispetto al progetto comune europeo politico , militare ed economico l’Eurozona rischia di esplodere, trascinado con sè banche e nazioni tutte , Germania e Francia incluse e tutte la richieste di severità teutonica nei vari paesi Europei serviranno a ben poco.
13 febbraio 2012
Atene brucia: tagli alla sanità ma non alle spese militari
9 dicembre 2011
L’ Inghilterra di Cameron si oppone alle riforme dei trattati Europei a 27 per salvare l’Euro adesso. (UK obstructs reform of EU treaty to defend EURO now: is the Pound the original sin?)
VIDEO (FRA-IT language): Sarkozy: ”Colpa della Gran Bretagna: andiamo avanti a 17+6 e non chiediamo scusa a nessuno”
ENGLISH ARTICLE HERE: UK obstructs reform of EU treaty to defend EURO now: is the Pound the original sin?
COMMENT SENT TO WSJ WallStreetJournal ON 9th dec.2011 (no54)
Dopo tutte le difficoltà per trovare posizioni comuni e imporre riforme con sacrifici pesanti per tutti i Paesi PIIGS, (specialmente per la Grecia, il cui popolo paga la disonestà politica e poi per l’ Italia con manovre pesanti necessarie e tuttora incompiute, Spagna e Portogallo che pagano per il loro lassismo economico e la poca credibilità) e dopo la aperta disponibilità della Germania a dare nuovi poteri alla BCE e alle altre istituzioni Europee, favorendole al posto degli interessi singoli della Nazione, sapendo che il popolo tedesco antieuropeo va convinto a pagare adesso per gli altri non fallire domani a causa degli altri membri europei e chiedendo giustamente garanzie comuni come uno stretto controllo Europeo sul budget dei singoli Stati con sanzioni automantiche per chi mette a rischio tutti gl altri come è successo, per riformare l’UE con un’ armonia fiscale comune e una regolamenttazione dei mercati finanziari comuni, questa notte l’Europa ha trovato l’ingiustificabile veto del Regno Unito a riformare il trattato Europeo a 27 per salvare l’Euro, anteponedo i suoi interessi nazionali. Come sappiamotutti, l’ Inghilterra utilizza ancora la sterlina che di fatto è valuta “in competizione”contro l’euro, e le piazze del mercato finanziario londinesi deregolamentate sono state il punto di partenza degli attacchi speculativi proprio contro l’UE.
Ogni nazione è chiamata a dare qualcosa per il bene comune chiamato Europa chi forzato dai suoi fallimenti come Grecia Spagna , Italia, chi come Germania e Francia convinto dai vantaggi economici migliori di un’Europa unita piuttosto che di un suo fallimento fine di esso, disposti a cedere sovranità e qualche sacrificio da far fare adesso ai loro cittadini, ciascun popolo per salvare l’altro.
Il primo ministro inglese Cameron è in una posizione ambigua e non gioca a carte scoperte: da un lato L’Inghilterra è nell’ Unione Europea, e l’Europa non può esistere senza Inghilterra, dall’altra non c’è però la manifesta volontà politica di difenderla come è compito di ogni Stato membro, dagli attacchi speculativi e si oppone a una nuova regolamentazione della borsa di Londra per correggere ciò che bloccano la possibilità di domare i mercati cvhe stanno attaccando il benessere comune di ogni nazione europea e la sua capacità competitiva.
La Gran Bretagna deve decidere una posizione chiara: cosa vuole fare di sè stessa l’Inghilterra? Se vuole rimanere in Europa la deve difendere con qualche sacrificio della sua economia basata sulla finanza deregolamentata che gioca contro l’Euro
Germania e Francia sono disposte poi a ceder un certo potere nazionale per un nuovo grande sogno di un Europa confedereata che proprio nel momento del bisogno si deve difendere, per difendere queste radici comuni e trarre futuri vantaggi da essa. Altrimenti si può stare fuori, come sta facendo adesso Cameron, ma per favore è vietato giocare di nascosto contro l’Europa di cui siè parte!
Il peccato originale è stato quello di mantenere una propria moneta, l’ inghilterrra adesso sta dimostrando di non essere in grado di diventare una nazione moderna del 2011 e non piu ottocentesca cioè sia parte di un Europa di cui decide di mantenere tutti i vantaggi il benessere economico e i diritti acquisiti, e rimanere al tempo stesso una nazione grande e unica così com’è. Lo so, chi è capace? Ma tutti si stnno sforzando e “per favore non chiedete altro” come il Presidente Francese Sakozy ha spiegato chiaramente nella sua conferenza alla fine di questa lunga notte (VIDEO). non ci sarà un nuovo trattato Europeo a 27, ma solo un 23 trattato Sovranazionale a 23, composto dai 17 Paesi della zona euro che hanno l’obbligo di difendere la loro moneta, più 6 di 10 paesi Dell UE che aderiscono volontariamente pur non essendo ancora nell’ Eurozona. Si tratta di un gran numero,e un buon risultato si spera sufficiente per salvare UE, in opposizione ai 4 Paesi mancanti guidato dall’ Inghliterra , con Svezia , Ungheria e Rep. Ceca che ostacolano la creazione di un nuovo trattato sull’Unione europea più forte. Le ambiguita sono svelate e si va avanti comunque.Speriamo
21 novembre 2011
La crisi dell’ Euro : cessione di sovranità o default ?
(HERE IN ENGLISH)
L’ Euro è nato senza la necessaria Unione economica, legislativa ed esecutiva dei Paesi che lo sostengono. Il Parlamento e le istituzioni europee sono vuote. Gli attacchi speculativi si dirigono contro una moneta che non è rapppresentativa di una situazione uniforme. Non è espressione di una confederazione, come gli USA o la Svizzera. Non c’è certezza sul fatto che i Paesi più deboli, con alto debito e scarsa crescita, abbiano gli strumenti finanziari comunitari atti a supportarli adeguatamente. Negli anni passati, tutti hanno potuto sforare i patti di stabilità, c’è stato lassismo e impossibilità di sanzionare gli Stati che più hanno sprecato risorse. La Bce non può fare da prestatore di ultima istanza , cioè non può eventualmente stampare moneta, oppure svalutarla, per alleggerire le posizioni delle nazioni indebitate, come può invece fare la FED . Inoltre non c’è possibilità di controllare e agire direttamente sul budeget dei PIIGS, sotto attacco. L’ Italia ha fatto da cavia e si sono sollevate polemiche per la lettera della BCE al nostro ex governo, gridando all’ intromissione dell’Europa negli affari nazionali. Poi il governo si è dovuto appunto dimettere, senza più una maggioranza: tutti hanno capito che se fallisse l’Italia, ci sarebbero problemi anche per gli altri, Germania inclusa, con l’implosione dell’ Euro. Se non c’è un regolamento comune come fa ad esistere una moneta unica? Bisogna passare ai fatti e ognuno dovrà sacrificare qualcosa per salvare l’ Unione. L’ adozione di Eurobond in parziale o totale sostituzione dei titoli di Stato delle singole Nazioni, ad un tasso di interesse svantaggioso per la Germania e vantggioso per tutti gli altri, sarebbe il prezzo che i tedeschi dovrebbero pagare per evitare di fallire anche loro (con un ritorno ad un marco alle stelle ci sarebbe una caduta verticale delle esportazioni tedesche nell’Eurozona, linfa della crescita di questi anni ). La Merkel potrà convincere i suoi elettori a bere questo amaro calice forse solo ad una condizione: se contemporaneamente imporrà che LEuropa adotti una legislazione comune in tema di armonia fiscale e soprattutto di rigore dei bilanci, conferendole un potere effettivo sovranazionale di controllo con relative sanzioni sul budget degli Stati attraverso una serie di vincoli a cui i Paesi inadempienti non potrebbero sottrarsi. E’ chiaro che Italia, Grecia, Spagna e Portogallo Irlanda ecc. non sono già adesso in una posizione forte: possono solo scegliere tra un default o una cessione di sovranità sempre maggiore; quest ‘ultima varrebbe comunque per tutti, per paradosso anche per i tedeschi, quindi sarebbe qualcosa di democraticamente e collegialmente regolamentato. Non va vista con un intento punitivo a priori ma come uno sforzo comunitario nell’ interesse di tutti. Meglio insomma di una sospensione dall’ Euro che qualcuno paventa : essa danneggerebbe irreparabilmente chiunque la subisse. Gli italiani ne uscirebbero molto impoveriti, anche nella loro ricchezza privata, uno dei nostri punti di forza universalmente riconosciuto. Si spera che Monti, in misione a Bruxelles questa settimana, possa dare un contributo attivo per intraprendere la via meno dolorosa per tutti. La cosa triste è che i partiti politici non supportano a viso aperto il “lavoro sporco” che il governo dovrà fare nelle prossime manovre di politica interna proprio a causa della loro incapacità passata e delle ritrosie avute nel tagliare chirurgicamente i troppi privilegi presenti a tutti i livelli nell’ Amministrazione Pubblica e nella lotta ad evasione e sommerso. Un esercizio non solo formale e di esempio ma realmente utile per non vanificare qualunque nuova richiesta di tasse.
Commento inviato al Wall Street Journal il 24/11/2011 -Comment sent to WSJ
24 ottobre 2011
Facciamo ridere. Commissariati dall Unione Europea per manifesta non credibilità del governo.
Anche la credibilità internazionale dell’ Italia è sottozero e il Paese non si merita di essere equiparato alla Grecia.